di Antonella Improta
L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti vive oggi un periodo buio, costellato dalla diminuzione progressiva dei soci, dallo strumentalizzare azioni come il commissariamento di una sezione trasformandolo in una strategia punitiva, dalla riduzione di valore e consapevolezza di un consiglio nazionale sempre più emarginato ed impotente, perché le decisioni importanti, sono ormai ritenute prerogativa del presidente, dalla scomparsa di figure competenti presso i tavoli di lavoro in cui si parla di disabilità e diritti, dopo averne conquistato la possibilità di esserci in qualità di valori aggiunti e risolutivi!
Questo scenario appena descritto appare sicuramente catastrofico anche agli occhi dei meno attenti, che potrebbero in ogni caso interrogarsi “come hanno fatto dirigenti, consiglieri e soci ad accettare questa situazione palesemente antidemocratica?” La risposta, potrebbe essere, che quest’opera di distruzione è stata il frutto di cambiamenti piccoli e graduali che prima hanno coinvolto poche persone, , ma successivamente ed in maniera esponenziale, sempre più individui, gruppi di lavoro e settori. la coscienza collettiva anestetizzata dalla gradualità, subendo provvedimenti distruttivi con il contagocce, si è lentamente risvegliata, ritrovandosi impotente ed ostacolata da quelle piccole regole precedentemente approvate perché considerate innocue…. di poco conto…. oppure approvate perché in apparenza, sembravano il male minore in risposta ad obiettivi più grandi come il decentramento delle attività.
E’ questo il caso della Circolare n. 6 I.Ri.Fo.r del 28 gennaio 2020, con la quale il consiglio di amministrazione I.Ri.Fo.r, delibera di chiudere lo sportello telefonico di consulenza psicologica motivando la decisione appena presa con la parola decentramento. “il consiglio di Amministrazione I.Ri.Fo.R, desidera che gli utenti si rivolgano, alla rete degli psicologi ,stessa strada per crescere insieme, oppure ai servizi territoriali del sistema sanitario nazionali”; queste testuali parole, scritte nella suddetta circolare, evidenziano la prepotenza di un gruppo di persone che all’improvviso ha deciso arbitrariamente che i pazienti dello sportello psicologico, indipendentemente dal percorso terapeutico che stavano seguendo e dalla loro stessa volontà come se non contassero nulla, dovevano rivolgersi ad altre figure solamente in nome della decentralizzazione!
“Non sono mai stato d’accordo con l’attuare questo provvedimento”, dichiara Massimo Vita, all’epoca Vicepresidente I.Ri.Fo.r Nazionale, “mi sono battuto per concedere almeno, a chi usufruiva del servizio, di essere accompagnati dalla Psicologa-psicoterapeuta Maura Paladino, responsabile dello sportello, gradualmente e con una giusta tempistica ad usufruire di altri professionisti”.
“Ammettere pubblicamente il bisogno di sostegno psicologico non è semplice!”.. ha convenuto Massimo, condividendo l’ipotesi che siano state queste le motivazioni di un apparente scarso dissenso “ai pochi che hanno protestato, ho dovuto dare spiegazioni brevi e motivazioni di cui non ero io stesso convinto, ma con dispiacere, sono stato costretto a farlo, perché questa era la decisione del Consiglio di Amministrazione”.
Molto probabilmente, con lo slogan “diamo più potere ai territori”, sono stati aboliti anche i corsi di formazione che l’Irifor riservava ai dirigenti, ai docenti di informatica e a tutte quelle figure che si preoccupavano di migliorare per offrire un contributo di qualità ai soci!
“Fino al 2022 tenevamo regolarmente sessioni d’esame per i nuovi iscritti”, conferma Salvatore Romano, direttore Irifor, “ad un certo punto, semplicemente, le richieste sono state accantonate e Mario Barbuto in persona, ha stoppato le sessioni d’esame”. Questi corsi, come altre attività, sono semplicemente sparite, inghiottite da un buco nero e finite nel dimenticatoio supportate dallo spirito di rassegnazione.
Lo stesso finale infausto, è toccato ad un corso Irifor nazionale partito nel 2019, proposto ed ideato assieme alla commissione istruzione di cui faceva parte anche Giuseppe La Pietra, attuale componente della direzione nazionale.
“Avevamo ideato questo percorso sperimentale un tassello alla volta, dove figure professionali quali tiflologi, insegnanti Braille e psicologi davano formazione e informazione agli insegnanti di sostegno che si erano iscritti per approfondire le loro conoscenze ed essere utili ai nostri piccoli soci non vedenti ed ipovedenti”, racconta Giuseppe entusiasta “all’improvviso, agli inizi del 2022, semplicemente in presidenza si è deciso di abolire il corso, perché doveva essere sostituito da iniziative territoriali”.
I fatti raccontati in ogni caso, rappresentano una piccola versione del virus distruttivo che sta flagellando l’Unione, un infezione letale che dispone di tante varianti, ma di nessun vaccino!
“Ci sono persone che combattono accanto a noi in silenzio sostenendoci economicamente”, dichiara ancora Giuseppe La Pietra “è a loro e per tutti i soci che vogliono un’associazione fondata sulla legalità, collegialità e sul rispetto dei diritti di ogn’uno che dobbiamo il nostro impegno… sono queste persone, i nostri soci a darci forza, motivazione ed è a loro che sono grato come sono grato a quella UICI libera e consapevole, che ha sostenuto me e tante altre persone lungo il cammino della crescita e della consapevolezza”.