di Giuseppe Di Grande
Gli Associati dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti costituiscono l’anima dell’intera Associazione. Nel suo Statuto (Statuto associativo 2024, art. 2, comma 1), l’UICI delinea con esattezza il suo ruolo Sociale e il suo scopo fondativo. Infatti, l’UICI opera senza fini di lucro per l’esclusivo perseguimento di finalità di solidarietà Sociale. Il suo Scopo è l’inclusione nella società delle persone cieche e ipovedenti e, per raggiungere tale obiettivo, si avvale in modo prevalente dell’attività di volontariato dei propri associati.
Oggi, le politiche associative dell’UICI rispecchiano adeguatamente i bisogni e le aspirazioni dell’intero corpo associativo? Considerando la costante riduzione nel numero di associati rispetto alla totalità delle persone con disabilità visiva in Italia, può l’UICI ancora rivendicare di rappresentare efficacemente tutte le persone con disabilità visiva?
Sarebbe necessario che i dirigenti attuali si ponessero seriamente delle domande sul proprio operato e sulla propria rappresentanza, poiché, sia per la situazione Sociale che per la situazione politica attuale, è seriamente in dubbio che oggi l’UICI possa esercitare le funzioni di rappresentanza e di Tutela degli interessi morali e materiali delle persone cieche e ipovedenti a essa riconosciute con D.L.C.P.S. 26 settembre 1947, n. 1047 e confermate con D.P.R. 23 dicembre 1978.
L’unico quadro associativo complessivo e sezionale in relazione al numero di soci che l’UICI consta lo si ha in previsione di un Congresso. Il Congresso è l’Organo supremo dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e determina l’indirizzo della politica associativa a ogni livello. Pertanto, nel sito Web dell’Associazione (www.uiciechi.it) sono disponibili solo i tabulati ufficiali sul numero di soci al 31 dicembre degli anni 2022, 2019 e 2014, cioè gli anni precedenti ad ogni Congresso associativo. La pubblicazione di questi tabulati si rende necessaria in rispetto delle norme statutarie e regolamentari, poiché in ogni anno congressuale ogni sezione elegge i propri Delegati per il successivo Congresso, in relazione al numero di soci che possiede alla scadenza del 31 dicembre dell’anno precedente l’elezione. Infatti, ogni sede territoriale elegge i delegati al Congresso nella misura di un delegato per le Sezioni fino a quattrocento soci e, oltre questo numero, di un delegato ogni quattrocento soci o frazioni superiori a duecento. Per gli altri anni, successivi o precedenti al 2014, l’UICI fino ad ora non ha pubblicato alcun altro tabulato coi numeri degli associati.
Al 31 dicembre 2014, il numero totale dei soci dell’UICI ammontava a 45.308. Cinque anni dopo, al 31 dicembre 2019, si registrava un calo, portando il totale dei soci a 39.258. Al più recente aggiornamento, datato 31 dicembre 2022, l’UICI contava 36.769 associati.
La progressione discendente del numero di associati, come registrato nei tabulati ufficiali, evidenzia una tendenza alla diminuzione nel corso del tempo. Dal 2014 al 2019, si è verificato un calo di 6.050 soci, mentre dal 2019 al 2022 si è registrata una riduzione di ulteriori 2.489 associati. Questo suggerisce una tendenza al ribasso nel coinvolgimento dei membri nell’Associazione nel corso dell’ultimo decennio.
Nel 2014, l’UICI contava un totale di 45.308 soci, mentre nel 2022 il numero di associati era diminuito a 36.769, registrando una perdita netta di 8.539 soci nel corso di otto anni. È importante considerare che i fattori che influenzano il numero di associati potrebbero variare nel tempo e il significativo calo nel periodo 2014-2022 potrebbe derivare da diversi fattori, tra cui il più evidente è sicuramente il cambio della presidenza dell’Associazione che è avvenuto proprio nel 2014.
Un evento alquanto significativo che si è verificato a ottobre 2023, è stato quello con cui l’UICI ha celebrato il suo primo Congresso straordinario nella sua Storia centenaria. Nonostante la lista concorrente alla dirigenza attuale abbia ricevuto quasi il 37% dei voti, le sono stati assegnati solo 3 seggi nel Consiglio nazionale. Tale scelta solleva interrogativi sulla reale rappresentanza, considerando che su 24 seggi totali, solo 3 sono stati destinati alla lista sconfitta. Con 36.769 associati, ciò significa che circa 13.000 soci non hanno una rappresentanza adeguata. Questo non riguarda solo il rispetto delle regole, ma è una questione di Giustizia Sociale.
Affrontiamo un tema collegato anche alla riduzione dei soci e focalizziamo l’attenzione sulle politiche di gestione dell’Associazione, esaminando le tendenze strutturali degli ultimi dieci anni, durante i quali la comune percezione vede l’UICI concentrare progressivamente le cariche decisionali nelle mani di pochi dirigenti. L’accumulo di incarichi rappresenta un tema rilevante in termini di equità associativa, percepito come ingiusto internamente ed esternamente all’Associazione. Perciò ci chiediamo:
“La questione dell’accentramento delle cariche e delle responsabilità ha influito sulla distanza che le persone con disabilità mantengono dall’UICI?”
I dati INPS relativi al numero di ciechi in Italia nel 2021 ci indicano che complessivamente ci sono 108.856 individui con cecità totale. La IAPB (Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità) stima che in Italia vivano 1.383.922 ipovedenti e 219.174 ciechi, per un totale di 1.603.096 persone con disabilità visiva.
Dati così significativi possono sollevare dubbi sulla capacità di rappresentanza dell’UICI? Secondo i dati forniti, alla fine del 2022 l’UICI contava solo 36.769 associati, a fronte di circa 1.600.000 persone con disabilità visiva presenti in Italia.
Torniamo a considerare l’accumulo di cariche, un fenomeno che influisce sia sul piano materiale che Umano all’interno dell’UICI. Infatti, è noto che oggi l’Associazione è rappresentata anche da dirigenti ai quali sono state assegnate più cariche istituzionali interne ed esterne all’Associazione. Dal nostro punto di Vista, l’assegnazione di più cariche alla stessa persona sottrae quelle cariche ad altri soci, che magari potrebbero avere più capacità e competenze. Il caso più emblematico è quello del Presidente nazionale dell’Associazione, ma il fenomeno di accentramento è presente anche a livello regionale e, in Forma ridotta, anche a livello territoriale .
L’accentramento delle cariche dirigenziali è probabile che risulti limitante per l’effettiva partecipazione di tutti gli associati e contribuisca a far percepire l’Associazione come gerarchica e poco incline alla Democrazia. Inoltre, questo fenomeno potrebbe essere anche una delle possibili cause della progressiva diminuzione del numero di soci che abbiamo evidenziato prima.
Oggi UICI e i suoi enti controllati gestisce una considerevole quantità di fondi pubblici, per cui una migliore distribuzione delle cariche di responsabilità aiuterebbe tutta l’Associazione nella loro gestione. Pertanto, pare opportuno richiedere ai vertici attuali dell’UICI di adottare una distribuzione equilibrata delle cariche al fine di favorire la Democrazia interna e stimolare una maggiore partecipazione dei soci? Possiamo chiedere di eliminare l’accumulo di cariche e impedire che le stesse persone occupino più ruoli dirigenziali sia all’interno che all’esterno dell’Associazione?
Attualmente, l’UICI sta affrontando un periodo di turbolenze interne che progressivamente attirano l’attenzione della politica sull’intera Associazione. L’Interrogazione parlamentare del 19 marzo 2024 a firma dell’onorevole Ascari ne è l’ultimo esempio. Internamente, si osserva un tentativo di sminuire il crescente dissenso, contribuendo a creare un Clima tossico all’interno dell’Associazione. Inoltre, sono in corso numerosi procedimenti giudiziari in cui l’UICI si trova parte in causa contro i propri associati, con sospensioni ordinate dall’organo dei probiviri e diversi deferimenti in atto. Nella sua Storia centenaria, è probabile che l’UICI non abbia mai vissuto un tale declino.
La responsabilità politica e associativa di questa complessa situazione va senz’altro attribuita all’attuale dirigenza. Invece di perseverare nella conflittualità, sarebbe più costruttivo Ascoltare le voci dissidenti e comprendere le ragioni del deterioramento della situazione, garantendo così una rappresentanza equa anche per quei membri dell’UICI che attualmente si sentono esclusi. Oggi per l’UICI è imperativo fermarsi a riflettere e a effettuare un’analisi approfondita su tutto quanto è accaduto negli ultimi anni.
Per concludere, un’ultimo interrogativo: “L’attuale Presidenza di UICI, a fronte di quanto sta accadendo, è davvero in grado di onorare lo scopo di Tutela, inclusione e solidarietà che si prefigge di raggiungere?”