articolo tratto da https://www.ncanews.it/
Un progetto medico di grande impatto sociale ed umanitario, volto a curare gli oltre 50 milioni di disabili visivi nel continente africano. È la Missione “Miracolo Nero” (Misión “Milagro Negro”). Promotrice l’Associazione ANROS Italia ed il suo Presidente, l’arch. Emilio Lambiase, cavese doc, da sempre impegnato in iniziative di solidarietà. In prima linea il Governo della Repubblica Bolivariana del Venezuela. Probabile l’adesione al progetto del Vaticano. Richiesto il coinvolgimento diretto anche degli USA e della Colombia.
La “Missione Miracolo”, sostenuta dai Governi di Cuba e Venezuela, è scattata nel luglio 2004 ed ha interessato tutta l’America Latina ed i Caraibi. 49 centri oftalmologici con 82 postazioni chirurgiche in 14 Paesi (tra cui Bolivia, Costarica, Paraguay, Nicaragua, Venezuela ed Uruguay): è la “rete” della “Misión Milagro”, che in 10 anni ha ridato la vista a circa 2 milioni di persone, grazie soprattutto all’impegno ed alla disponibilità di decina di migliaia di medici cubani.
Dopo l’America Latina attenzione puntata ora sull’Africa, dove – secondo i dati diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità – su una popolazione totale di 805 milioni di abitanti il 15% sono ciechi e l’8,3% sono ipovedenti. Da qui la necessità e l’urgenza della Missione “Milagro Negro”. E così ANROS Italia, con il sostegno dell’Ambasciata in Italia e del Consolato Generale a Napoli della Repubblica Bolivariana del Venezuela e con l’appoggio del Movimento Apostolico Ciechi, ha sottoposto il progetto di sostegno alla realizzazione della Missione “Milagro Negro” all’attenzione del Presidente venezuelano, Nicolas Maduro, incassando un pieno e convinto “sì”.
Ma non finisce qui. ANROS Italia ha presentato il progetto anche in occasione del Terzo Vertice dei Capi di Stato e dei Governi ASA (Sud America e Africa), svoltosi l’11 e 12 giugno scorsi a Bruxelles. L’iniziativa è stata ben accolta dai gruppi di solidarietà internazionale, che hanno apprezzato il ruolo guida del Venezuela nella promozione della pace e del benessere sociale.
Tutti “step” importanti per l’avvio del progetto, che può contare sull’entusiasmo e sull’impegno del Presidente venezuelano, Nicolas Maduro, il quale ha ufficialmente richiesto ai suoi “colleghi” statunitense, Barack Obama, e colombiano, Juan Manuel Santos, di sostenere l’iniziativa dell’Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America (ALBA).
Una proposta formale di adesione al progetto è stata inoltrata anche a Papa Francesco, che era stato informato ed “allertato” in merito dal Presidente Maduro già nel giugno 2013 in occasione della sua visita in Italia. E proprio in tale ottica, lo scorso 1° agosto il Ministro venezuelano degli Affari Esteri, Delcy Rodriguez, ha incontrato il Nunzio Apostolico, Mons. Aldo Giordano, per sollecitare ulteriormente il coinvolgimento del Vaticano nella Missione “Miracolo Nero”.
Milioni di persone dal reddito basso hanno potuto recuperare in tutto o in parte la vista attraverso interventi chirurgici gratuiti e/o la consegna di lenti correttive. Con questi “argomenti” il Ministro Rodriguez ha toccato le corde umanitarie di Mons. Giordano e – si spera a breve – di Papa Francesco, la cui discesa in campo sarebbe fondamentale per «questa nobile e giusta causa, volta a migliorare la salute delle persone in tutto il mondo», come dichiarato dal Presidente Maduro.
Grande attesa, dunque, per la risposta ufficiale del Vaticano. A confidare nella pronuncia del sospirato “ok” tutta l’ampia “rete” della Missione “Milagro Negro”, ma soprattutto l’intero continente africano, in cui vi è la media di un oculista per ogni milione e mezzo di abitanti, molti dei quali soffrono di malattie dell’occhio che potrebbero essere curate con semplici interventi tempestivi. La cataratta, il glaucoma ed il tracoma le patologie più diffuse. Etiopia, Burkina Faso, Uganda, Kenya e Repubblica Democratica del Congo i Paesi più colpiti da tali malattie.
«Intervenire in Africa – chiosa l’arch. Emilio Lambiase, Presidente di ANROS Italia – è un dovere morale per tutti coloro che lottano per un mondo basato sulla pace con giustizia sociale. Ma è anche un dovere storico, per ripagare lo sfruttamento del continente africano perpetrato nei secoli da molti Paesi capitalistici, che hanno preferito spendere i propri soldi in tecnologie militari e politiche colonialistiche piuttosto che in missioni mediche e politiche sociali».