Care colleghe e cari colleghi,
mi rivolgo a voi mentre sto producendo il documento che invierò ai probi viri della nostra Associazione per rispondere al deferimento che dei colleghi hanno ritenuto di produrre nei miei confronti e nei confronti di loro e nostri colleghi.
Vi scrivo non per giustificarmi, non ho commesso alcun reato, ma per invitarvi alla riflessione sul tema del pluralismo e della libertà di pensiero a prescindere da come la pensiate sulla mia vicenda personale.
Prima di parlare di pluralismo e di libertà di pensiero e di parola, voglio dire alcune cose.
I fatti segnalati nel deferimento risalgono al dicembre scorso, solo dopo due mesi si sono acorti che avrebbero potuto danneggiare l’immagine dell’associazione. Omettono che dopo quei fatti ci sono stati incontri vari con la regione Toscana ma nessuno in regione ha messo in dubbio il ruolo della nostra Associazione e ciò dimostra che la nostra azione era rivolta al nostro interno e tale era considerata dai politici regionali.
Poi, ci accusano, come ha fatto la vice presidente regionale nel nostro Consiglio, di aver portato fuori dall’Unione le questioni interne e di volere il commissariamento dell’Associazione.
Rispondo e ricordo che il presidente Onorario Tommaso Daniele in una circolare comunicò che era stato sventato il tentativo del signor Barbuto di commissariare l’Unione.
Poi mi si accusa di non rispettare gli organi associativi dimenticando che proprio Barbuto non ha accettato un provvedimento di un organo associativo, che lui aveva proposto al consiglio nazionale, e denunciò l’Unione di cui era presidente chiedendone anche i danni.
Due pesi e due misure.
Oltre a questo, si dice che non piace il metodo dei deferimenti ma questi metodi sono stati inaugurati da Barbuto e li ha fatti seguire da querele.
Ma voglio invitarvi a esaminare chi sono i deferiti e quali incarichi ricoprono o ricoprivano all’atto del deferimento.
A Siena hanno deferito solo me perché sanno bene che la mia vice non vuole fare il presidente e che quindi la sezione è a rischio commissariamento; a Livorno, sapevano bene che l’amica Lea sarebbe divenuta presidente; a Firenze, se avessero deferito il solo Niccolò, Strato ne avrebbe proseguito il lavoro e la posizione politica. Queste posizioni insieme ad altre metteva a rischio gli equilibri regionali.
Poi togliere tre sezioni a chi si opone al sistema Barbuto è utile a chi governa.
Vi chiedo, a prescindere da come la pensiate del comportamento di Barbuto o di noi che ci opponiamo, non temete che un domani questo trattamento possa toccare a voi?
Non temete per la vostra libertà di parola di azione e di pensiero?
Sono certo che come me tenete molto al vostro lavoro a favore delle persone del vostro territorio ma spero che teniate altrettanto alla vostra libertà che a mio modesto e umile avviso, non ha prezzo e va difesa contro tutti e tutto.
Grazie di avermi letto e speriamo di avere una Uonione più libera, più aperta e più solidale.