Ho letto l’articolo di Vincenzo Massa pubblicato sul giornale online e sinceramente ho provato disgusto.
Ha voluto scientemente paragonare i fondatori all’attuale dirigenza, quel primo congresso a questo congresso.
Credo sia una operazione mal riuscita e improvvida.
Si cerca ancora di far credere che questo congresso straordinario sia dovuto alla necessità di adeguare il nostro statuto ai dettami della legge che ha istituito il codice del terzo settore ma non si dice che lo stesso è del 2017 e che, in Consiglio Nazionale per giustificare le modifiche che si vollero fare allo statuto, si disse che erano dettate dall’esigenza di iscrivere l’associazione al RUNS nella categoria delle APS e che le stesse erano state concordate con gli uffici ministeriali competenti.
Allora o si davano informazioni errate allora o le si danno oggi.
La realtà e che si cerca di eliminare l’opposizione che si è costituita in Consiglio Nazionale ma nemmeno il buon Massa aveva previsto che a questo congresso ci sarebbe stata una lista alternativa e che non servirà a frenarla la decisione di tenere il congresso online.
Peraltro, le regole associative prevederebbero che le riunioni si svolgessero in formato misto e non online.
Oggi si è scelta una formula che nega ciò che abbiamo sostenuto anche in pandemia: i ciechi per poter realmente dialogare devono poter stare a contatto con le persone.
Ora si va al congresso e sinceramente oso sperare che le delegate e i delegati esprimano la loro volontà nel segreto dell’urna dando all’Unione una dirigenza che ami la collegialità, la trasparenza e la legalità dicendo, così, una volta per tutte, no all’accentramento del potere.